comunione in mano

In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente. 752) [4]. Poi, aspettando l'orazione rendi grazie a Dio che ti ha stimato degno di così grandi misteri» (San Cirillo di Gerusalemme, Vescovo e Dottore della Chiesa [315-386], Catechesi mistagogiche, V, 21-22). Questi ministri non salgano all’altare prima che il sacerdote abbia fatto la Comunione e ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedeli. L’emergenza creata dal Covid-19 ha fatto affiorare la dolorosa necessità di rivedere le nostre abitudini in ogni campo dell’esistenza, comprese le nostre abitudini liturgiche. Sostenete Aleteia anche solo con un dollaro – ci vuole un minuto. 12) «Vuoi onorare il corpo di Cristo? La comunione in chiesa a causa del Coronavirus è meglio riceverla in mano. Torniamo alla comunione in mano. Se state leggendo questo articolo, è grazie alla vostra generosità e a quella di molte altre persone come voi che rendono possibile il progetto evangelizzatore di Aleteia. 10) «Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia perché è sostanziale, e in forza di essa, infatti, Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente» (Paolo VI, lettera enciclica Mysterium fidei, n° 40). VII, col. 1392. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello» (San Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo, Omelia 50,3-4). 4) Non si dimentichi che la Chiesa nella sua materna sapienza concede anche il diritto e il dovere a manifestare il proprio pensiero e le proprie riserve, in taluni casi, ferma restando la «cristiana obbedienza» ai suoi pastori: cf. Ora, in tempi di epidemia, la comunione in mano è stata imposta dalla Cei non per ragioni pastorali, non con motivazioni teologiche, ma semplicemente perché … Ergendosi, quindi, al di sopra di tutta la creazione sensibile, e avendo raggiunto una dignità celeste in virtù della passione salvifica, mangiando e bevendo Cristo armonizza la sua anima e il suo corpo alla vita eterna, santificandosi mediante la partecipazione alla divina grazia. In tempi più recenti, la possibilità della comunione nella mano previa richiesta delle Conferenze episcopali e autorizzazione della Santa Sede è stata ribadita dalla Institutio Generalis Missalis Romani nella sua terza edizione tipica del 2002 e dall’istruzione Redemptionis sacramentum della Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 25 marzo 2004. Mt 25, 45). Rifiutare di ascoltare quello che i nostri vescovi, in comunione col Papa, ci chiedono ufficialmente e pubblicamente di fare [5] e correre al contempo a infarcirsi la testa di contro-informazioni pescate nella rete da questo o quest’altro studioso o prelato, da questa o quest’altra mistica o veggente [6] che parla a titolo esclusivamente personale e non è in alcuna maniera rappresentativo o rappresentativa dell’insegnamento della Chiesa Cattolica, se perpetrato con ostinazione, è un atteggiamento che macchia la coscienza e indispone ad una retta ricezione della Comunione eucaristica molto più di quanto lo farebbe un’indegna ricezione fisica, sulle mani non lavate ad esempio, o sulla lingua ma senza aver fatto precedere il debito digiuno. Negli anni ‘60 la stessa pratica fu introdotta nella Chiesa cattolica dai sacerdoti dell’ Europa centrale come sfida a Roma, e poi diffusa sempre di piu’ tra i fedeli. In moltissimi casi costoro sono nostri parrocchiani esemplari, collaboratori generosi e dediti nel servizio quotidiano. E insieme a questi ricettacoli di stoffa, l’uso di piattini di metallo o simili, sempre più in voga in questi ultimi tempi da parte di coloro che non vogliono «sottomettersi all’abuso di ricevere la Comunione nelle mani», è stato addirittura fatto in passato oggetto di scomunica dal Concilio Quinisesto con queste motivazioni più attuali che mai: «Il divino Apostolo a gran voce proclama che l’uomo creato a immagine di Dio è corpo di Cristo e tempio (cf. Riguardo a quest’ultima pratica, ribadiamo anzitutto la dignità e la bellezza di questa plurisecolare e venerabile tradizione, che evidenzia in maniera quanto mai congrua l’importanza del Santissimo Sacramento e la giusta reverenza che deve essergli tributata nell’atto della sua ricezione. consulenza di esperti. Infatti, la possibilità di amministrare e ricevere la Comunione anche nella mano, recuperando l’uso dei primi secoli della storia della Chiesa, è stata una possibilità rimessa alla discrezione delle Conferenze episcopali nazionali (sempre ovviamente dietro conferma della Santa Sede) da San Paolo VI mediante l’istruzione della Sacra Congregazione per il Culto Divino Memoriale Domini del 29 maggio 1969; tale possibilità è stata riaffermata dall’istruzione della Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti Immensae caritatis (29 gennaio 1973), dalle premesse del Rito della Comunione fuori della Messa e Culto Eucaristico (17 giugno 1979, cf. Institutio Generalis Missalis Romani, n° 282: «I pastori d’anime […] insegnino che nell'amministrazione dei Sacramenti, salva la loro sostanza, la Chiesa ha il potere di determinare o cambiare ciò che essa ritiene più conveniente per la venerazione dovuta ai Sacramenti stessi e per l'utilità di coloro che li ricevono, secondo la diversità delle circostanze, dei tempi e dei luoghi». Santifica dunque accuratamente i tuoi occhi mediante il contatto con il corpo santo, poi prendilo e fai attenzione a non perderne nulla. Ogni mese, i nostri lettori visionano più di 50 milioni di pagine. In realtà la storia della liturgia testimonia come sin la tendenza a restringere sempre più la distribuzione della Comunione sulla mano e a favorire quella sulla lingua nasca all’epoca dei Padri della Chiesa, per evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici e favorire la crescita della devozione dei fedeli. Athanasius Schneider, il quale ha addirittura proposto di cucire un apposito corporale dentro un purificatoio da porre sulla mano destra, senza ovviamente poter addurre alcun documento disciplinare vigente a supporto di tale fantasiosa pratica. S. Agostino disse: "A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto". Spesso sono anche di stimolo per tutti nel ricevere la santissima Eucaristia con le debite disposizioni interiori ed esteriori. Mt 25, 42), e: “Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l’avete fatto neppure a me” (cfr. La questione della comunione in mano di per sé è stata chiarita proprio da papa Francesco che, ricorda padre Sandrin, «ha fatto delle catechesi nel marzo del 2018 in cui molto serenamente ha tolto ogni dubbio e ha messo a tacere coloro che dicevano che la comunione in mano è più rispettosa. […] Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Ecco qualche dato: Come potete immaginare, dietro questi numeri c'è un grande sforzo. Nondimeno, siamo certi che coloro che avvertono disagio nel ricevere la Comunione nella mano non vanno affatto classificati secondo queste parole; vivono tale disagio in buona fede e con retta coscienza, per un sincero amore per Gesù Sacramentato e per zelo nei suoi confronti, consolidato nella pratica di ricevere la Comunione sulla lingua. Infatti vi credereste colpevoli, e giustamente vi riterreste tali, se per vostra negligenza se ne perdesse qualcosa. Per questo padre Zuhlsdorf pensa che “una corretta Comunione sulla lingua sia più sicura”. Lo scambio della pace durante la celebrazione eucaristica, ad esempio, in base agli accordi presi tra la Conferenza episcopale italiana e il Governo Italiano, è stato sospeso; così come la possibilità di segnarsi con l’acqua benedetta all’ingresso in Chiesa e di ricevere la Comunione sulla lingua. Laise riprende i dettagli di questa ricostruzione storica, dal prezioso racconto dei fatti che fa, nel suo libro di memorie La Riforma liturgica 1948-1975, mons. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da … Prima sazia l’affamato, e solo in seguito orna l’altare con quello che rimane. La carta stampata è un patrimonio democratico che va difeso e preservato. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per poter continuare a offrire questo servizio di evangelizzazione a tutti, ovunque vivano e indipendentemente da quello che possono permettersi di pagare. Ormai è frequentissimo vedere fedeli che vanno a comunicarsi prendendo l’Eucaristia in mano. Colui che ha detto: “Questo è il mio corpo”, confermando il fatto con la parola, ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (cfr. La comunione in mano però non è imposta, né la comunione in bocca è esclusa. Eccone un paio di attestazioni fra le moltissime che si potrebbero addurre [1]: «Quando ti avvicini, non avanzare con le palme delle mani distese, né con le dita disgiunte; invece, fai della tua mano sinistra un trono per la tua mano destra, poiché questa deve ricevere il Re e, nel cavo della mano, ricevi il corpo di Cristo, dicendo “Amen”. Mio padre e mia madre leggevano La Stampa, quando mi sono sposato io e mia moglie abbiamo sempre letto La Stampa, da quando son rimasto solo sono passato alla versione digitale. Infatti l’onore più gradito che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. .css-tadcwa:hover{-webkit-text-decoration:underline;text-decoration:underline;}Gelsomino Del Guercio - Aleteia - @media screen and (max-width:767px){.css-ij9gf6 .date-separator{display:none;}.css-ij9gf6 .date-updated{display:block;width:100%;}}pubblicato il 27/05/16. Così anche tu rendigli quell’onore che egli ha comandato, fa’ che i poveri beneficino delle tue ricchezze. Dal 1967 le norme offrono ai fedeli la possibilità di ricevere la Comunione secondo la tradizione più antica, in piedi e nella mano, senza escludere la modalità invalsa nel tardo Medioevo (cf OGMR 160). Combinando i vari fattori, le soluzioni potrebbero risultare quattro – tra le quali la comunione in ginocchio e sulla mano (!) Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. Dopo aver dato qualche indicazione c on un nostro video, a causa delle prese di posizione di alcuni Vescovi a riguardo della Comunione alla mano, per questo tempo di emergenza pandemia, vi lasciamo ora con la domanda di Don Alfredo Maria Morselli a mons.Schneider con la sua illuminante risposta che facciamo nostra, ringraziando entrambi di tutto cuore…. ” Per me è più sicura quella sulla lingua rispetto a quella sulla mano. La comunione in mano è divenuta in seguito una pietra miliare della negazione del dogma cattolico sulla Presenza Reale da parte dei protestanti. Ora, se giustamente ponete tanta precauzione nel custodire il suo Corpo, come potete ritenere che sia colpa minore l'aver trascurato il Verbo di Dio, anziché il suo Corpo?» (Origene, Omelie sull'Esodo, Omelia 13,3). È un quotidiano liberale e moderato come lo sono io. Astenersi dalla comunione per non riceverla sulla mano non è peccato, dato che non si sta respingendo il Signore, bensì rifiutando un modo di porgerlo che ripugna alla fede ed espone il Santissimo Sacramento a una profanazione involontaria consistente nella dispersione accidentale di frammenti. nn° 3.4.7); tale possibilità, infine, è stata disciplinarmente adottata dalla Conferenza episcopale italiana, dopo aver ottenuto la prescritta recognitio della Santa Sede, con decreto del 19 luglio 1989.

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